Immagina un uomo.
È anziano, le sue mani sono segnate dal tempo e solchi profondi gli attraversano le guance; sta seduto su uno sgabello appena fuori dalla sua veranda mentre legge un libro indossando degli occhiali con la montatura bianca e una camicia in lino.
Si chiama Filippo, è nato in Italia nei primi anni 40 e da allora ne ha viste davvero tante.
La domenica si riunisce con la sua famiglia e mentre mastica rumorosamente racconta ai suoi nipoti di quanto sia bello, la domenica, mangiare tutti insieme l’arrosto di tacchino. Senza pensare alla fame, senza pensare alla guerra.
Così come Filippo, anche un brand può scegliere come raccontarsi e in che termini presentarsi al proprio mercato, così da influenzarne la percezione di virtù, valore e carattere.
Filippo potrebbe ricordare l’archetipo [1] del Senex ed essere mio padre così come l’epifania o il testimonial di un’azienda di pneumatici.
Sì, penso che la congettura dell’azienda di pneumatici calzi piuttosto bene.
Ipotizziamo si tratti di un brand storico italiano che non abbia mai perso di vista il proprio core business (così che l’essere seduto non indichi mancanza di dinamismo ma che certifichi piuttosto sicurezza e solidità) pur al contempo non smettendo mai di migliorare e di documentarsi (è presentato mentre legge, indossando tessuti ecologici ed eleganti).
Filippo sarebbe un marchio di pneumatici che mette in atto una narrazione che per coinvolgerci e per creare engagement [2] fa leva sui nostri sentimenti archetipici: i ricordi, la famiglia.
Da oggi vorrei dare il mio contributo al marasma di articoli e blog presenti in Linkedin parlando proprio dei preziosi strumenti narrativi di cui può disporre un brand per raccontare la propria personalità ai propri stakeholder minimizzando il più possibile il gap tra la percezione che desidera ottenere, rispetto all’effettiva considerazione che il pubblico ha di essa.
Questo vuole essere solo un breve articolo introduttivo, propedeutico ai post dei prossimi giorni, nei quali prima argomenterò l’ipotesi che un brand possa avere una precisa identità e carattere, paragonabili a quelli umani e dall’assunto che tali caratteristiche possano essere raccontati al proprio pubblico attraverso la narrazione.
In un secondo momento vi presenterò alcune tecniche moderne di narrazione tradizionale o fiction che nel mio piccolo ho trovato preziose e che possono integrarsi armonicamente con le più note tecniche di Branding e di Corporate Communication.
[1] Dal greco archè (principio) e epos (esemplare). Nella filosofia è rappresentabile come forma preesistente di un’idea, come l’iperuranio di Platone. Carl Gustav Jung utilizza la parola per la prima volta per definire le idee predeterminate, e giunge al concetto più ampio di inconscio collettivo. (Jung, 1977, Gli archetipi Collettivi, Bollate Boringhieri)
[2] creare relazioni solide e durature con i propri utenti stabilendo un legame profondo con il consumatore.